Rocca-Stendoro

la perla e la tartaruga

il caso di sandro

la metodologia dell'incontro in psicoterapia

Armando editore

2014

Questo saggio non è solo il “resoconto” di un percorso di psicoterapia di un paziente, Sandro, esso è pure un sottile dialogo a due voci, un viaggio nella memoria e nell’inconscio, in una narrazione nella quale si mescolano presente e passato, eventi, riflessioni, dubbi. Ricchissimi i riferimenti non solo alla letteratura neuro psicologica, ma anche all’arte, alla musica, ai classici letterari. Il libro assume l’aspetto di un palpitante, umanissimo, sentiero verso una luce in grado di illuminare le asperità esistenziali e gli sterminati incroci della vita e dell’inconscio. Renzo Rocca e Giorgio Stendoro, fondatori della Psicoterapia con la Procedura Immaginativa, dell’Istituto di Psicologia Clinica Rocca-Stendoro (Milano) e del Metodo di Cura della Balbuzie.

recensione

Nella migliore tradizione (e avanguardia..) psicanalitica, gli autori assemblano e compongono con maestria immaginaria e reale un caso di contemporanea problematica esistenziale, a quanto pare felicemente risolta. Come accennato sul solco scientifico dei Padri della Psicanalisi, Freud e Jung (eccetera) , il Piccolo Hans per il Maestro di Vienna e Sabina Spielrein per quello di Zurigo.
E nello specifico, il Caso Sandro, appunto non solo una equazione singolare come “patologia” ma prototipico anche, al di là della ovvia irriducibile peculiarità , del nostro tempo: nello stesso tempo ora diversamente intrapsichico e metodologico della ottima Terapia e del livello quasi musicale necessario d’Ascolto del cosiddetto Altro…
Indicative dal volume ci pare le seguenti parole Piene:
“…un’aperta collaborazione e un interesse conoscitivo spontaneo dei contenuti della sua coscienza intesa da Jimenez (2006) come «un “continuum” di capacità a diversi livelli individualmente posseduta e nello stesso individuo variabile a seconda del tempo e del contesto relazionale».
Pare, infatti nel duemila, ormai multitaslink e ubiqua, molto contingente a seconda degli scenari stessi quotidiani e relazionali, l’Io cosiddetto mobile e multiplo, una sorta di doppio legame nel Self cosiddetto stesso, difficile da discernere, da cui dinamiche “entropiche” e caotiche di autodecifrazione, e la depressione o patologia cosiddetta tra gli esiti soggettivi (e probabilmente anche sociali a ben vedere).
In ogni caso, sempre sulla scia della stessa psicanalisi come letteratura (Freud premio Goethe in tal senso), il lavoro scientifico degli autori si espande brillantemente e simultaneamente, pur nel verosimile del caso in questione, come un Romanzo godibilissimo, da Svevo a Schnitzler a Zorn inclusi quasi come cifra suggestiva almeno:
“…Poesia e filosofi a possono aiutarmi a decifrare i fenomeni della vita psichica? Mi eccita sentire la potenza dell’inconscio all’opera.” non a caso affermano gli autori che attingono programmaticamente e intenzionalmente a arte e letteratura, riferimenti precisi a Valery, Rilke… Shakespeare… Sofocle… Dostoevskij, gli stessi POETI VISIVI e della Parola come Immagine quali Chagall, Picasso…, lo stesso Hiroshige, ancora “metapsicologi” quali Von Hofmannsthal, Shelling…
Il tutto, sia ben chiaro, non in chiave eccessivamente “antipsichiatrica” o psicologistica: ma mixato come una danza sinaptica… con macchine della mente umana , arnesi di lavoro e autori di riferimento “settoriale”, di ieri e più recenti, alcuni molto noti, quali Jacobi, Kerbrat-Orecchioni, Jervis, Avalon, Russsak,, Baussola , Jaffé, Greenson, Winnicott, Casement,, Vygotskij, tra psichiatria e psicologia e psicanalisi (anche infantile o junghiana).
Roby Guerra